Giffoni Film Festival, tutto pronto per la 55a edizione e per… diventare umani
Immaginate un teatro a cielo aperto dove cinquemila giovani occhi brillano nella penombra, riflettendo storie che arrivano da ogni angolo del mondo. È luglio, il caldo avvolge la cittadina di Giffoni Valle Piana, e per dieci giorni – dal 17 al 26 – accade qualcosa di magico: il cinema diventa linguaggio universale, ponte tra culture, specchio in cui una generazione si riconosce e si scopre.
La cinquantacinquesima edizione del Giffoni Film Festival porta con sé un carico emotivo particolare. Novantanove film in concorso, selezionati tra oltre duemilacinquecento titoli, ciascuno portatore di una voce, di una visione, di un frammento di umanità. Il tema scelto quest’anno, “Becoming Human – Diventare Umani“, risuona come un invito poetico: non si nasce umani, si diventa. E forse è proprio questo il miracolo che accade ogni anno a Giffoni, dove migliaia di ragazzi da trenta Paesi diversi si ritrovano per condividere emozioni, confrontarsi, crescere insieme.
Storie che attraversano i confini dell’età. Il tema, Becoming Human, è perfetto per i tempi che stiamo vivendo
C’è qualcosa di profondamente commovente nel modo in cui il festival organizza la sua programmazione. Come un grande abbraccio che si allarga progressivamente, dalle braccia più piccole di Elements +3 – dedicato ai bambini dai tre ai cinque anni – fino all’apertura completa di Generator +18. Ogni fascia d’età racconta il mondo con una sensibilità diversa, eppure i fili che legano queste storie sono sempre gli stessi: l’amicizia che supera i pregiudizi, l’amore che vince la paura, la bellezza che nasce dalle differenze.
Nei film per i più piccoli troviamo creature fantastiche che insegnano l’accettazione – come in “Bobel’s Kitchen” dal Belgio o “A Strange Toad” dall’Italia – mentre i cortometraggi esplorano con delicatezza temi universali: la ricerca di libertà, il potere dei legami inaspettati, la forza trasformatrice della natura. È cinema che parla con il linguaggio del cuore, dove un capibara può insegnare più di mille discorsi sulla solidarietà.
Man mano che l’età sale, le storie si fanno più complesse, più sfumate. Gli adolescenti di Generator +13 e +16 si confrontano con narrazioni che non temono di guardare negli angoli più bui dell’esperienza umana: la vulnerabilità, il trauma, la ricerca disperata di identità in un mondo che spesso non comprende. Film come “Felipe” dall’Argentina o “Kaye” dal Cile diventano specchi fedeli di una generazione che cresce tra contraddizioni e speranze.
Volti noti in terre di scoperta: il Giffoni Film Festival attira le grandi stelle
Quest’anno il festival accoglierà anche due ospiti speciali che portano con sé il fascino del cinema internazionale. Jean Reno, l’attore dal volto inconfondibile che ha saputo conquistare pubblici di ogni età, sarà presente per “My Penguin Friend”, una storia che promette di toccare le corde più sensibili del cuore. Dall’altra parte, Asa Butterfield – il giovane talento che abbiamo imparato ad amare in “Sex Education” – presta la sua voce a “Stitch Head”, un film d’animazione che miscela avventura e crescita personale.
Non è un caso che artisti di questo calibro scelgano Giffoni come palcoscenico. C’è qualcosa di autentico in questo pubblico giovane, una capacità di emozionarsi senza filtri, di giudicare senza pregiudizi, di amare senza condizioni che forse noi adulti abbiamo dimenticato lungo la strada.
Quando la realtà supera la finzione
La sezione documentaristica del festival, Gex Doc, rappresenta forse il cuore più pulsante dell’intera manifestazione. Qui non ci sono effetti speciali o colpi di scena costruiti a tavolino, ma la vita vera in tutta la sua complessità e bellezza. “Becoming Roosi” dall’Estonia, “My Brother Ali” dalla Spagna, “Cutting Through Rocks” dall’Iran: ogni titolo è una finestra aperta su esistenze che lottano, resistono, si reinventano.
È cinema che non intrattenе, ma trasforma. Che non distrae, ma coinvolge. Storie di resilienza che attraversano continenti e culture, unite dal filo invisibile dell’esperienza umana condivisa. In un’epoca in cui la realtà viene spesso filtrata, modificata, edulcorata, questi documentari riaffermano il potere dirompente della verità raccontata con onestà e coraggio.
Il cinema come casa comune: il grande disegno di Gubitosi per Giffoni e il Giffoni Film Festival
Forse è questo il vero miracolo del Giffoni Film Festival, nato dalla mente di Gubitosi: trasformare per dieci giorni una cittadina della Campania nel centro del mondo. Dove altrimenti potreste vedere un adolescente italiano commuoversi per la storia di un coetaneo iraniano, o una ragazza tedesca fare amicizia con un ragazzo del Brasile davanti a un cortometraggio estone?
Il cinema, qui, torna ad essere quello che è sempre stato nella sua essenza più pura: una casa comune dell’immaginazione, un luogo dove le differenze si dissolvono nella meraviglia condivisa di una storia ben raccontata. Dove cinquemila giovani giurati non si limitano a guardare, ma partecipano, discutono, scelgono, crescono insieme.
E quando le luci si spegneranno e i ragazzi torneranno alle loro case sparse per il mondo, porteranno con sé qualcosa di prezioso: la consapevolezza che, nonostante tutto, siamo più simili di quanto crediamo. Che le nostre storie, per quanto diverse, parlano tutte la stessa lingua: quella del cuore che batte, dell’anima che cerca, dell’umanità che si riconosce e si abbraccia attraverso il magico filtro del cinema.
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