Il Bicentenario de América inaugura l’XI edizione all’Ambasciata della Bolivia a Lima: cresce l’importanza di un progetto artistico sempre più internazionale
Dopo l’entusiasmante chiusura della X edizione, tenutasi presso la sede di Miraflores dell’Universidad de Piura, il Bicentenario de América torna a catalizzare l’attenzione del mondo culturale latinoamericano con una nuova tappa, ospitata questa volta presso un’istituzione diplomatica di grande prestigio: l’Ambasciata dello Stato Plurinazionale di Bolivia a Lima. A partire da venerdì 8 agosto 2025, e fino al 22 agosto, le sale dell’ambasciata si trasformeranno in un vibrante spazio espositivo, dove arte, identità, memoria e visione condivisa dialogheranno attraverso le opere di centinaia di artisti provenienti da tutto il continente.
La manifestazione, giunta alla sua undicesima edizione, conferma un trend di crescita che va ben oltre le aspettative iniziali: da semplice progetto itinerante, nato con spirito indipendente, il Bicentenario de América è oggi uno dei principali epicentri di produzione culturale e scambio artistico in America Latina. La mostra, che si sviluppa attraverso tappe successive in diversi Paesi, ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, consolidandosi anno dopo anno come piattaforma dinamica, inclusiva e profondamente radicata nella storia collettiva del continente.
Una crescita che coinvolge artisti, pubblico e istituzioni
Ciò che rende particolarmente significativa questa undicesima edizione è la partecipazione crescente di istituzioni pubbliche, università, fondazioni, ambasciate e organi diplomatici. Il coinvolgimento dell’Ambasciata della Bolivia rappresenta un momento di rafforzamento delle relazioni culturali tra Paesi fratelli, in uno spirito di cooperazione regionale che vede nell’arte un potente strumento di diplomazia e comprensione reciproca.
«È un onore e una responsabilità poter dare continuità al progetto attraverso un doppio appuntamento così ravvicinato, prima in una prestigiosa università come quella di Piura e ora in un contesto istituzionale e simbolico come l’Ambasciata della Bolivia», ha dichiarato Jaime Vallardo Chávez, ideatore e curatore della manifestazione. «Questa edizione conferma non solo il crescente interesse per il Bicentenario, ma anche la volontà concreta delle istituzioni pubbliche e private di sostenere una visione condivisa della cultura come bene collettivo e occasione di crescita per tutti».

Un’edizione da record per il Bicentenario de América: più artisti e nomi internazionali
L’XI edizione registra anche un nuovo record di partecipazione, con centinaia di artisti coinvolti tra tutte le tappe del progetto, molti dei quali con una consolidata traiettoria internazionale. Si tratta di pittori, illustratori, muralisti e creatori visivi che, pur nella diversità di tecniche e linguaggi, condividono un interesse comune: quello di raccontare l’America Latina nella sua pluralità di voci, memorie e visioni.
La presenza di autori affermati, provenienti da Perù, Brasile, Colombia, Honduras, Argentina, Messico e altri Paesi, testimonia la reputazione crescente della mostra come spazio qualificato di esposizione e scambio. La struttura partecipativa, libera da gerarchie curatoriali rigide, rende ogni edizione un organismo vivo, aperto alla contaminazione e alla sperimentazione.

Vallardo Chávez: un ponte tra culture, generazioni e istituzioni
Al centro di questo complesso e affascinante mosaico, si conferma la figura di Jaime Vallardo Chávez, artista messicano di fama internazionale, noto come “el artista de las monedas mundiales” per la sua originale ricerca visuale sul valore simbolico e culturale della moneta. Più che un semplice curatore, Vallardo è l’anima propulsiva del progetto, capace di tessere relazioni durature tra artisti, intellettuali, funzionari pubblici, rappresentanti accademici e imprese culturali.
«Il Bicentenario è un ponte che attraversa l’America con le sue mille identità, ma anche un dispositivo che ci aiuta a riflettere sul nostro presente e sul futuro che vogliamo costruire insieme», ha dichiarato ancora Vallardo. «Ogni tappa è un’occasione per ascoltare nuove voci e riscoprire il senso profondo della parola ‘comunità’ attraverso l’arte».

Continuità, memoria e nuove prospettive del Bicentenario de América
L’XI edizione del Bicentenario de América manterrà inalterati gli elementi distintivi del progetto: la struttura orizzontale e collaborativa, la tecnica del boceto fusionado — in cui ogni opera viene realizzata a quattro mani da un artista e dallo stesso Vallardo — e la valorizzazione di figure simboliche come gli Embajadores Culturales e gli Artistas Patrimonio de América.
Già nella X edizione, tenutasi poche settimane fa, sono stati insigniti di questo titolo personalità artistiche di alto profilo come Leoncio Tineo (Perù), Marcos de Sousa (Brasile), César Rendón (Honduras) e Rossana Gómez (Colombia), il cui contributo artistico rappresenta un ponte tra espressione creativa e memoria storica. Il riconoscimento, attribuito postumo in molti casi, si configura come un gesto di riscatto e valorizzazione della memoria collettiva del continente.
Con la nuova esposizione nell’ambaasciata boliviana, il Bicentenario guarda al futuro, forte di una rete sempre più solida e proiettata verso nuove frontiere. In un momento in cui l’arte assume un ruolo sempre più cruciale nel ripensamento delle relazioni tra i popoli, il progetto di Vallardo si conferma come una delle più vitali e necessarie esperienze culturali del nostro tempo.

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