L’inaugurazione della BACS è come un grande evento di famiglia
Ne abbiamo già parlato: la Biennale di Salerno, organizzata da Giuseppe Gorga con il decisivo supporto di Jorge Londoño (Expolatina), è uno dei principali eventi artistici e culturali della Regione e si caratterizza per la continuità data in questi circa dieci anni di attività. E allora, il titolo riflette quello che si è percepito all’inaugurazione: perché la BACS è come un grande evento di famiglia. Una famiglia che, precisamente, ha un ramo italiano e uno latinoamericano.

Tante idee, tanta qualità, alcune problematiche
La tematica dell’evento è sicuramente eccellente: intelligenza artistica contro intelligenza artificiale. Un argomento che tocca le fibre più umano del nostro animo e che pone delle questioni particolarmente impellenti. Una su tutte, cosa può essere definita arte? Quanto è importante lo spirito e la scintilla umana dietro alla creazione? E fino a dove la creazione artificiale può reputarsi arte? Non c’è una risposta univoca e non c’è modo di giungere a una sintesi inoppugnabile. Ecco, quindi, che le opere di artisti provenienti da tutto il mondo possono contribuire al dibattito.

Idee ce ne sono, e qualità anche, ma molte opere sembrano slegate dal tema che il curatore vuole portare avanti. Va detto che il colpo d’occhio delle centinaia di opere presenti è davvero straordinario, con una qualità notevole e che riflette la volontà di Gorga di inserire solo opere di rilievo. Tuttavia, sembra mancare quel filo conduttore che unisce il tutto. La 6a edizione della BACS si apre quindi con tanti ottimi spunti e impressioni ma alcune carenze nell’esecuzione del concetto di un tema che, potenzialmente, poteva essere davvero dirompente.
Uno spirito familiare: il vero punto forte della Biennale di Salerno
Alla fine, però, non sono le opere quanto l’ambiente creatosi attorno all’evento che spicca più di tutti come elemento centrale e distintivo. La BACS fidelizza gli artisti, grazie anche al lavoro del gestore culturale Jorge Enrique Londoño, e ogni due anni molti di quegli artisti tornano con nuove opere e spirito rinnovato. Un momento di condivisione internazionale che permette a una grande famiglia dislocata per il mondo di ritrovarsi a palazzo Fruscione e dintorni. Ogni due anni, si celebra la magia della BACS.

Pesa, quest’anno, l’assenza del gran maestro Luis Gramet – presidente di giuria delle ultime edizioni e artista poliedrico, coordinatore della grande opera della Tela magna -. Il rilievo di Gramet è un peso massimo dell’arte contemporanea e regionalista italiana, Lorenzo Chinnici, che però non ha potuto essere presente all’inaugurazione della Biennale.
Nel corso della manifestazione parleremo delle opere e degli artisti che hanno lasciato maggiormente il segno.
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