10 città d’arte italiane con pochi turisti e più economiche
Esistono luoghi dove l’arte respira senza essere soffocata dalle folle, dove un caffè costa ancora quello che dovrebbe costare e dove i capolavori si possono ammirare in santa pace. L’Italia custodisce città straordinarie che vivono al ritmo autentico della quotidianità, lontane dai circuiti del turismo di massa, eppure ricche di tesori che nulla hanno da invidiare alle mete più celebrate.
10 città d’arte italiane con pochi turisti e più economiche – Udine: Venezia sulla Terraferma
Passeggiando per Udine si ha la sensazione di trovarsi in una Venezia segreta, trasferita sulla terraferma e preservata dal tempo. Le logge, i porticati, le bifore e le trifore raccontano di quando questa città friulana era strettamente legata alla Serenissima, ma oggi si può scoprire senza la pressione turistica che caratterizza la sua illustre sorella lagunare.
Il centro storico si esplora comodamente a piedi, partendo dal Museo di arte moderna e contemporanea che trova dimora nell’elegante Casa Cavazzini, un palazzo cinquecentesco sapientemente ristrutturato da Gae Aulenti. Da qui, bastano pochi passi per raggiungere Piazza della Libertà, la più antica della città, conosciuta anche come “piazza del vino” – un nome che già anticipa i piaceri che attendono il viaggiatore.
La Loggia del Lionello del 1475 domina la piazza con la sua architettura gotico-veneziana, costruita in pietra bianca e rosa, sormontata da finestre ad archi trilobati che sembrano occhi che vegliano sulla vita quotidiana udinese. Di fronte si erge la cinquecentesca Loggia di San Giovanni, con i suoi archi a tutto sesto e la Torre dell’Orologio coronata dai due mori, proprio come a San Marco, ma qui il rintocco delle ore scandisce ritmi più umani e meno frenetici.


La cucina udinese non conosce mezze misure e le calorie, si sa, in viaggio non si contano mai. Il frico, che sembra una semplice frittata ma nasconde l’anima friulana fatta di formaggio fuso e patate, rappresenta l’essenza comfort food di questa terra di confine. Da accompagnare con un bicchiere di schioppettino, uno dei rossi friulani più caratteristici, tipico della zona di Prepotto, che ha il carattere deciso delle terre che si affacciano sui Colli Orientali.
Appena fuori dal centro, il ristorante Ai Pieri Mortadele offre quella cucina casalinga che fa sentire a casa anche chi casa non è. Nel cuore della città, la trattoria Ai Frati conserva ancora il fogolâr, l’antico focolare che un tempo riscaldava ogni abitazione friulana, e oggi scalda il cuore dei commensali con la sua atmosfera autentica. Per chi è disposto a spingersi fino a Tolmezzo, a quarantacinque minuti d’auto, la trattoria Antica Stella d’Oro ripaga generosamente il viaggio con una cucina che sa di montagna e di tradizione.
Trento: Il Fascino dei Principi-Vescovi
Adagiata tra montagne che sembrano abbracciarla in una protezione naturale, Trento porta ancora i segni della sua storia di città principesca. Per secoli i principi-vescovi governarono questo crocevia tra il mondo mediterraneo e quello continentale, lasciando un’eredità architettonica e culturale che il XVI secolo ha suggellato con il famoso Concilio ecumenico.
Oggi Trento vive una doppia anima: da un lato la storia che traspira dal Castello del Buonconsiglio e dal Museo Diocesano, dall’altro la vivacità contemporanea alimentata dall’Università e dal MUSE, il museo di scienze naturali che ha conquistato fama internazionale. Questa combinazione crea un’atmosfera unica, dove studenti e turisti consapevoli si mescolano nelle vie del centro, godendo di una città che sa essere al tempo stesso antica e moderna.
Piazza Duomo rappresenta il cuore pulsante di Trento, con la Fontana del Nettuno che veglia sulla cattedrale mentre lo sguardo si perde sulle montagne che fanno da corona naturale. Le Dolomiti di Brenta e la Paganella disegnano un orizzonte che cambia colore con le ore del giorno, regalando alla città una scenografia che nessun architetto potrebbe immaginare.

Ma Trento sa anche stupire con angoli di natura inaspettata, come la cascata di Sardagna, che con il suo fragore ricorda che la montagna non è mai lontana, nemmeno nel centro urbano. I parchi che punteggiano la città offrono respiro e silenzio, lussi sempre più rari nelle destinazioni turistiche.
Il wine bar Il Libertino ribalta le regole dell’aperitivo: qui prima si sceglie il vino, poi si lascia che il sommelier guidi nella scelta del piatto perfetto per accompagnarlo. È un approccio che riflette la filosofia trentina del prendersi tempo per le cose buone. L’Osteria a Le Due Spade vanta una storia che inizia nel 1545, ma la sua cucina non si accontenta di vivere di rendita: sperimenta e innova, portando sapori anche da oltre i confini regionali, in una sintesi che sorprende e convince.
10 città d’arte italiane con pochi turisti e più economiche – Padova: L’Urbs Picta che Sussurra Storia
Essere riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2021 non ha ancora trasformato Padova in una meta superaffollata, e questo è un regalo per chi sa apprezzare l’arte senza dover lottare per uno scorcio libero. La Cappella degli Scrovegni custodisce uno dei cicli pittorici più importanti della storia occidentale, ma è solo uno dei gioielli che hanno valso alla città il titolo di Urbs picta.
Camminare per Padova significa avere un piede nel Rinascimento e l’altro ancora nel Medioevo, in un dialogo continuo tra epoche che qui convivono senza contraddizioni. Giotto, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi, Guariento di Arpo e Jacopo da Verona hanno lasciato testimonianze che oggi si possono ammirare senza code e senza fretta, in un rapporto intimo con l’arte che sta diventando sempre più raro.

Il Palazzo della Ragione, con la sua imponente struttura medievale, dialoga armoniosamente con la Basilica di Sant’Antonio, creando un percorso urbano che è al tempo stesso spirituale e culturale. L’Oratorio di San Giorgio completa questo triangolo sacro dell’arte padovana, offrendo al visitatore attento un’immersione totale nella grande stagione pittorica trecentesca.
La giornata padovana inizia nel modo giusto con un caffè Pedrocchi nell’omonimo bar storico, dove la bevanda con crema di menta può sembrare bizzarra ma rivela invece una tradizione che ha radici profonde nel gusto locale. È un risveglio dolce per i sensi, che prepara agli incontri artistici della giornata.
La sera trova la sua dimensione ideale a Prato della Valle, dove la piazza ellittica – una delle più grandi d’Europa – si trasforma in un salotto a cielo aperto. Le statue che punteggiano l’isola centrale sembrano animate dalle luci del tramonto, mentre padovani e visitatori si mescolano in quella che è forse la più naturale delle esperienze turistiche: sentirsi parte della vita quotidiana di un luogo.
Vicenza: Il Teatro dell’Eternità
Vicenza meriterebbe il viaggio anche solo per il Teatro Olimpico di Andrea Palladio, ma sarebbe un peccato limitarsi a questo pur straordinario capolavoro. Il più antico teatro in muratura coperto del mondo custodisce dal 1585 le stesse scene lignee progettate da Vincenzo Scamozzi per la prima rappresentazione dell’Edipo re di Sofocle, creando un’illusione di profondità che sfida le leggi della fisica e incanta ancora oggi ogni spettatore.

L’eredità palladiana permea l’intera città, dalla Basilica che domina Piazza dei Signori al Palladio Museum, dove si può comprendere appieno il genio dell’architetto che ha influenzato l’architettura mondiale. Vicenza offre la possibilità unica di camminare dentro un trattato di architettura, dove ogni palazzo, ogni loggia, ogni proporzione racconta la ricerca dell’armonia perfetta.
L’aperitivo da Borsa, sotto le volte della Basilica Palladiana, con lo sguardo che spazia su Piazza dei Signori, è un momento che cristallizza l’esperienza vicentina: bellezza architettonica, convivialità e quella particolare luce del Veneto che sa trasformare ogni ora del giorno in un dipinto. La cena alla Terrazza della Basilica completa il quadro con una vista sui tetti della città che al tramonto si tinge di rosa e oro, creando un panorama che nessuna cartolina può restituire fedelmente.
Chi ha tempo per esplorare i dintorni trova a Marostica l’Osteria Madonetta, dove la cucina locale si esprime senza fronzoli ma con grande sapienza. Bassano del Grappa, con il suo ponte degli Alpini e i bar dove gustare il tradizionale Mezzo e Mezzo, completa un territorio che sa unire arte, natura e gastronomia in un equilibrio perfetto. Il Museo Poli svela tutti i segreti della grappa, trasformando la degustazione in un vero e proprio viaggio culturale.
Bergamo Alta: Il Borgo Sospeso
Salire a Bergamo Alta con l’ultracentenaria funicolare è già un viaggio nel tempo, ma quello che attende in cima supera ogni aspettativa. Questo borgo medievale perfettamente conservato sorprende sempre, anche chi credeva di conoscerlo, perché ogni visita rivela dettagli nuovi, scorci inediti, giochi di luce diversi sulle pietre antiche.
Piazza Vecchia rappresenta il cuore di questo miracolo urbanistico, dove il Campanone – la torre civica alta cinquantadue metri – scandisce ancora oggi il tempo della città. La Biblioteca Angelo Maj, una delle più antiche e nobili d’Italia, custodisce tesori di carta che dialogano con quelli di pietra del Palazzo della Ragione, datato 1100 e testimone di nove secoli di storia lombarda.

Le mura veneziane, Patrimonio UNESCO, non sono solo una cinta difensiva ma un percorso panoramico unico, da dove lo sguardo spazia sulla pianura fino alle Prealpi. La Vineria Cozzi sa trasformare una semplice pausa pranzo in un’esperienza memorabile, preparando cestini da picnic perfetti per essere gustati proprio su queste mura, in uno dei panorami più belli della Lombardia.
La Basilica di Santa Maria Maggiore, iniziata nel 1137, e la rocca sul colle di Sant’Eufemia, con la sua vista a trecentosessanta gradi, completano un patrimonio artistico che si può visitare con calma, senza essere travolti dalle folle turistiche che caratterizzano altre destinazioni lombarde.
La gastronomia bergamasca trova la sua espressione più autentica al Circolino, dove le sale interne e il bel giardino accolgono tanto i visitatori quanto gli abitanti del posto, in quel mix naturale che è il segno distintivo dei luoghi ancora veri. Da Mimmo si va a colpo sicuro per una cucina che non tradisce mai, mentre il ristorante del Relais San Vigilio al Castello offre un’esperienza più raffinata nella parte più alta della città. Il ristorante pizzeria San Vigilio regala invece il piacere di cenare in giardino con una vista sulla città bassa che al tramonto diventa semplicemente magica.
10 città d’arte italiane con pochi turisti e più economiche – Ferrara: Il Sogno Estense nella Pianura
Patrimonio UNESCO per la perfetta fusione tra impianto urbanistico medievale e rinascimentale, Ferrara si svela al ritmo lento della bicicletta, mezzo ideale per scoprire questa perla emiliana che conserva intatto il fascino della città a misura d’uomo. Gli Estensi hanno saputo creare qui uno dei centri urbani più armoniosi d’Europa, dove ogni palazzo, ogni strada, ogni piazza concorre a un disegno complessivo di rara bellezza.
Il Castello Estense emerge dalle acque del fossato come un sogno medievale materializzato nel centro della città, mentre Palazzo dei Diamanti deve il suo nome alla decorazione esterna che crea giochi di luce e ombra diversi a seconda dell’ora del giorno. Palazzo Schifanoia custodisce nel Salone dei Mesi un ciclo di affreschi quattrocenteschi che rappresenta uno dei vertici dell’arte rinascimentale italiana, ma si può visitare senza le folle che affollano altri capolavori simili.

La cattedrale romanico-gotica dialoga armoniosamente con il tessuto urbano circostante, in quella sintesi di stili che caratterizza Ferrara e la rende unica nel panorama delle città d’arte italiane. Il Museo della Cattedrale, allestito nella chiesa di San Romano, completa il percorso di visita con opere che raccontano secoli di devozione e arte.
I cappellacci di zucca rappresentano l’anima della cucina ferrarese, un piatto che sembra semplice ma racchiude tutta la sapienza gastronomica di questa terra di confine tra Emilia e Veneto. Cà d’Frara, Strabassotti Osteria e Cusina e Butega offrono tre interpretazioni diverse di questa specialità, permettendo al viaggiatore goloso di apprezzare le sfumature di una ricetta che ogni famiglia ferrarese custodisce gelosamente.
Una gita di mezza giornata al Delta del Po e alle Valli di Comacchio completa l’esperienza ferrarese con una immersione nella natura selvaggia, dove l’acqua disegna paesaggi in continua trasformazione e gli uccelli migratori creano uno spettacolo sempre diverso.
QUI, LA GUIDA ALLE 10 CITTÀ D’ARTE PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA
Urbino: Il Rinascimento Perfetto
Urbino rappresenta forse l’esempio più compiuto di città rinascimentale, dove l’ideale di armonia e bellezza perseguito da Federico da Montefeltro si è materializzato in un centro urbano che sembra uscito dai trattati di architettura dell’epoca. Il Palazzo Ducale non è solo un edificio, ma la manifestazione fisica di un’utopia diventata realtà, dove ogni proporzione, ogni decorazione, ogni ambiente concorre a creare un capolavoro di architettura civile.

La Galleria Nazionale delle Marche custodisce al suo interno opere che da sole giustificherebbero il viaggio, ma è lo studiolo del duca Federico, con i suoi intarsi lignei di incomparabile raffinatezza, a lasciare davvero senza fiato. Qui la maestria artigianale raggiunge vette artistiche pure, in un dialogo perfetto tra funzione e bellezza che rappresenta l’essenza stessa del Rinascimento italiano.
Il Colle dei Cappuccini offre una prospettiva privilegiata sulla città e sulla valle del Metauro, permettendo di cogliere appieno l’inserimento armonioso di Urbino nel paesaggio marchigiano. L’Oratorio di San Giovanni Battista, ex ospedale trecentesco, conserva un ciclo di affreschi dei fratelli Salimbeni da San Severino Marche che per intensità e qualità ricorda la Cappella degli Scrovegni di Padova, ma si può visitare in solitudine e silenzio.
La crescia sfogliata rappresenta l’evoluzione marchigiana della piadina romagnola, arricchita con uova, latte e pepe oltre alla classica farina e strutto. Dal Panaro, dal Ragno d’Oro o all’Osteria a Km0 si può gustare questa specialità locale accompagnandola con i vini dei Colli Pesaresi, in un abbinamento che racconta il territorio attraverso i sapori.
10 città d’arte italiane con pochi turisti e più economiche – Lucca: La Città Murata dei Misteri
Circondata da mura rinascimentali perfettamente conservate che oggi sono diventate un parco urbano unico al mondo, Lucca si scopre meglio in sella a una bicicletta, seguendo il ritmo rilassato che questa città toscana ha saputo mantenere nonostante la vicinanza a mete più famose. La torre Guinigi, coronata da sette lecci secolari, veglia su un centro storico dove ogni angolo racconta storie di mercanti, musicisti e misteri.
La piazza ellittica costruita sui resti dell’anfiteatro romano crea uno spazio urbano unico, dove le abitazioni seguono la curva antica e creano un effetto scenografico che cambia prospettiva a ogni passo. La Casa Museo di Puccini conserva la memoria del grande compositore lucchese, ma è tutta la città a risuonare ancora delle sue melodie, in un rapporto indissolubile tra luogo e creazione artistica.

Il sabato mattina il Mercato Contadino al Foro Boario, fuori dalle mura, trasforma la spesa in un’esperienza di scoperta dei prodotti locali, perfetti per improvvisare un picnic al lago di Massaciuccoli a Torre del Lago o sulle colline lucchesi. Il terzo fine settimana del mese, il Mercato Antiquario di Lucca – uno dei più antichi d’Italia – trasforma le vie del centro in un museo a cielo aperto dove oggetti e storie si intrecciano creando atmosfere uniche.
L’antica chiesa di Santa Maria dei Servi completa il percorso di visita con la sua semplice eleganza, in contrasto con la ricchezza decorativa di altri monumenti cittadini. È in questa alternanza di stili e atmosfere che si rivela il carattere complesso e affascinante di Lucca.
La tradizione culinaria lucchese si è evoluta in un’offerta gastronomica che sa essere al tempo stesso fedele alle radici e aperta alle innovazioni. Gigliola, spin-off del ristorante stellato Giglio, propone una cucina contemporanea che reinterpreta i sapori locali, mentre l’Osteria La Dritta offre una fusione tosco-emiliana gestita da donne che hanno saputo creare un ambiente moderno senza perdere l’anima della trattoria tradizionale.
Il Buccellato, dolce tipico lucchese inventato dalla Pasticceria Taddeucci e amato persino da re Carlo d’Inghilterra, chiude in dolcezza ogni visita, lasciando in bocca il sapore autentico di una tradizione che si tramanda di generazione in generazione.
QUI, LA NOSTRA GUIDA COMPLETA ALLA CITTÀ DI LUCCA
Cremona: La Sinfonia di Pietra e Legno
Il Torrazzo domina Cremona con i suoi centododici metri di altezza, record europeo per le torri campanarie in mattoni, ma è l’arte liutaia a rendere davvero unica questa città lombarda. Qui Stradivari e Guarneri del Gesù hanno scritto pagine immortali della storia della musica, e oggi le loro botteghe continuano a vivere nelle mani di artigiani che perpetuano un’arte millenaria.
Il Museo del Violino non è solo una collezione di strumenti, ma un viaggio nell’eccellenza artigianale italiana, dove legno, vernice e sapienza si fondono per creare capolavori sonori. A mezzogiorno, con un piccolo supplemento al biglietto, si può assistere a concerti nell’auditorium del museo, vivendo un’esperienza che unisce vista e udito in un’emozione completa.

La cattedrale di Santa Maria Assunta viene definita la “Cappella Sistina della Pianura Padana” per gli affreschi cinquecenteschi che decorano la navata centrale, creando un’atmosfera di raccoglimento e meraviglia che si può apprezzare senza la folla che caratterizza altri capolavori dell’arte italiana. Il Battistero romanico ottagonale completa il complesso religioso con la sua geometria perfetta.
Il dedalo di stradine che si dipanano dal centro custodisce ancora oggi le botteghe dei liutai contemporanei, dove si può assistere alla nascita di nuovi violini seguendo tecniche tramandate nei secoli. È un’esperienza che trasforma la visita turistica in un vero e proprio apprendistato culturale.
I marubini in brodo rappresentano l’essenza della cucina cremonese, una pasta ripiena con brasato, pistöm – impasto di salame cremonese -, noce moscata e grana padano che racchiude in ogni boccone la ricchezza gastronomica di questa terra. La Cascina Lago Scuro, a quindici minuti dal centro, offre un’esperienza gastronomica unica: ristorante, bottega e spazi per eventi che aprono solo in date selezionate, seguendo i ritmi naturali della terra e delle preparazioni artigianali.
Viterbo: La Tuscia Papale tra Storia e Misteri
Quando nel Duecento Papa Alessandro IV decise di trasferire l’intera Curia a Viterbo perché Roma era diventata troppo pericolosa, questa città del Lazio settentrionale si trovò improvvisamente al centro della cristianità. Il Palazzo dei Papi e la Sala del Conclave conservano ancora la memoria di quei giorni, compreso il ricordo dei viterbesi che, spazientiti dai tempi lunghi dell’elezione pontificia, chiusero a chiave i prelati che impiegarono millesei giorni per scegliere il nuovo capo della Chiesa.
Il quartiere San Pellegrino rappresenta uno dei borghi medievali meglio conservati d’Italia, con i suoi vicoli di pietra, le case a ponte e le scalinate che si arrampicano tra palazzi che sembrano usciti da un racconto del Medioevo. Prima dei papi, però, qui passarono gli Etruschi, e la rete di gallerie che corre sotto il centro storico racconta di una stratificazione storica che va molto oltre l’epoca medievale.

Essere nella Tuscia significa anche scoprire una gastronomia che affonda le radici nella terra vulcanica dei Monti Cimini. L’acquacotta, zuppa povera a base di pane e cicoria che diventa ricca di sapori grazie alla sapienza contadina, e la minestra di castagne e ceci rappresentano l’anima genuina di questa cucina che non conosce compromessi con la modernità.
L’Osteria del Vecchio Orologio nel centro storico offre l’autenticità viterbese in un ambiente che profuma di storia e tradizione. Per chi vuole spingersi nei dintorni, il percorso verso il lago di Bolsena regala paesaggi di rara bellezza e porta a Montefiascone, dove il ristorante Languorino sa trasformare una gita fuori porta in un’esperienza gastronomica memorabile.
10 città d’arte italiane con pochi turisti e più economiche – Matera: La Città di Pietra che Rinasce
Capitale Europea della Cultura nel 2019, Matera sta vivendo una seconda giovinezza dopo decenni di oblio, ma conserva ancora quella dimensione autentica che la rende speciale. I Sassi – Patrimonio UNESCO dal 1993 – rappresentano uno degli esempi più straordinari di architettura in grotta del Mediterraneo, dove l’uomo ha saputo adattarsi alla roccia calcarea creando un paesaggio urbano unico al mondo.
Camminare nei rioni Sasso Caveoso e Sasso Barisano significa fare un viaggio nella storia dell’umanità, dove ogni grotta racconta millenni di adattamento e sopravvivenza. Le chiese rupestri custodiscono affreschi bizantini che emergono dalla roccia come apparizioni mistiche, mentre le case-grotta mostrano come l’ingegno umano possa trasformare la necessità in bellezza.

La Casa Grotta nei Sassi offre uno spaccato della vita materana di un tempo, quando intere famiglie vivevano in spazi scavati nella roccia insieme agli animali domestici. È una testimonianza che commuove e fa riflettere, mostrando come da condizioni di estrema difficoltà possa nascere una cultura architettonica di incredibile fascino.
Il Duomo, arroccato sulla Civita tra i due Sassi, domina la città con la sua facciata romanica, mentre il Palazzo Lanfranchi ospita il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata. La Casa Noha della FAI racconta invece la storia dei Sassi attraverso un percorso multimediale che aiuta a comprendere la complessità di questo straordinario paesaggio urbano.
La cucina materana affonda le radici nella tradizione pastorale lucana. Il pane di Matera DOP, cotto nei forni a legna, accompagna ogni pasto con la sua crosta dorata e la mollica compatta. I peperoni cruschi, essiccati e fritti fino a diventare croccanti come patatine, trasformano un semplice condimento in una esperienza gustativa indimenticabile. L’agnello alla pignata e le orecchiette con cime di rapa completano un panorama gastronomico che sa di terra e di sole.
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Consigli per il viaggiatore consapevole
Queste dieci città rappresentano l’Italia che ancora respira con i propri ritmi, dove il turismo non ha cancellato l’autenticità e dove si può viaggiare senza svuotare il portafoglio. I mesi ideali per visitarle vanno da aprile a giugno e da settembre a novembre, quando il clima è mite e i colori del paesaggio italiano danno il meglio di sé.
Prenotare in anticipo solo per la Cappella degli Scrovegni a Padova e il Teatro Olimpico a Vicenza è sufficiente, mentre per tutte le altre destinazioni la spontaneità è ancora possibile e anzi consigliata. Ferrara e Lucca si scoprono meglio in bicicletta, Bergamo Alta regala le sue emozioni migliori al tramonto, Matera va vissuta dall’alba al tramonto per cogliere tutti i giochi di luce sulla pietra.
Viaggiare in queste città significa riscoprire il piacere della lentezza, del dialogo con i luoghi e con chi li abita, del tempo che si dilata quando gli occhi incontrano la bellezza autentica. È un’Italia che esiste ancora, che aspetta solo di essere scoperta da chi sa guardare oltre le guide turistiche tradizionali e cerca l’emozione vera del viaggio.
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